Secondo incontro del Progetto Legalità per i ragazzi del Denina-Pellico-Rivoira e del liceo Bodoni il 22 febbraio nei locali dell’oratorio Don Bosco, organizzato dal presidio di Libera di Saluzzo. Andrea Zummo, responsabile di Libera Piemonte per la formazione, con la consueta competenza ha dialogato con i ragazzi sui legami tra sport e mafie, spiegando anche alcuni episodi legati a squadre di calcio del Piemonte meridionale, dove ci sono investimenti di denaro di provenienza illecita che deve essere riciclato. I risultati delle inchieste e le intercettazioni hanno portato alla scoperta della presenza di ‘ndrangheta in 7 squadre di serie minori. Le organizzazioni mafiose si infiltrano dove trovano terreno fertile. Anche le squadre di serie A non sono immuni dai ricatti di queste presenze criminali, che stabiliscono legami tra le tifoserie ultrà, i cori razzisti, la compravendita di biglietti, merchandising, sostanze stupefacenti, l’assegnazione dei posti sugli spalti, addirittura il recupero dei palloni fuori campo. Il doping è un altro problema, diffuso anche tra gli sportivi “amatoriali” delle palestre, per esempio, ed è diventato un mercato su cui investire da parte delle mafie in seguito alla domanda di consumo.
Ma per fortuna di solito lo sport trasmette valori positivi: il rispetto delle regole e dell’avversario, lo spirito di squadra, la sana competizione, la crescita fisica e psicologica. Su questo aspetto è stato molto interessante ascoltare le parole dello scrittore, editore, allenatore Rosario Esposito La Rossa, di Scampìa. In un’intervista a Libera Piemonte, ha affermato chiaramente che lo sport gli ha salvato la vita. Vivendo in una realtà difficile, ad alta presenza di criminalità, il calcio ha rappresentato per lui e per molti altri bambini un’alternativa “legale” per non finire tra gli spacciatori o tra i tossicodipendenti. La scuola calcio da lui gestita è ora la più grande d’Italia, con un centro sportivo d’eccellenza, nato su un terreno abbandonato dove erano morti 14 tossici per overdose. Poi gli allievi possono diventare istruttori, come è successo a Rosario, che sull’argomento ha anche scritto un libro per ragazzi, “Eterni secondi”, storie di campioni dello sport che non sono arrivati primi ma hanno vinto nella vita. A Napoli lo stadio “Antonio Landieri” è intitolato a suo cugino, vittima innocente di camorra a 25 anni. Il manto di erba sintetica dello stadio è stato prodotto riciclando migliaia di pneumatici che così non sono finiti bruciati nella “terra dei fuochi”.
Tra i miti sportivi dei presenti all’incontro troviamo Kobe Bryant, LeBron James, Cristiano Ronaldo, Leo Messi, Paola Egonu, Giorgio Chiellini, Jesse Owens, i nostri gemelli Dematteis.
Molti spunti di riflessione che hanno coinvolto attivamente i ragazzi, suscitando la loro curiosità e il loro interesse su un aspetto, quello dello sport, che vivono in prima persona ogni giorno, da tifosi o da protagonisti.