Luisa Bocchietto, biellese, laureata in Architettura al Politecnico di Milano e diplomata allo IED, dal 2017 al 2019 è stata Presidente mondiale di WDO (World Design Organization), organizzazione non governativa che promuove il design nel mondo e che attualmente persegue lo scopo di applicare nel design i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile che l'ONU si è prefissata di vedere realizzati dai paesi membri entro il 2030. E' la seconda donna ad avere rivestito questo ruolo.
Precedentemente era stata Presidente nazionale di ADI (Associazione volontaria per il Disegno Industriale in Italia), membro del Consiglio Italiano del Design presso il Ministero per i beni culturali e membro fondatore di CIDIC - Centro di Promozione della Collaborazione Italo Cinese sul Design.
Un grande nome che questa mattina ha raccontato agli studenti del Denina Pellico Rivoira un po' di storia del design partendo dalla scuola del Bauhaus degli anni venti in Germania, ma concentrandosi soprattutto sulle produzioni italiane di design che sono sbocciate a partire dagli anni '50.
La Bocchietto sottolinea quanto il design in Italia abbia accompagnato e interpretato i cambiamenti sociali: ne sono esempi il telefono Grillo di Zanuso e la macchina da scrivere rossa “Valentina” dell'Olivetti, che diventa uno dei simboli della rivoluzione sessuale degli anni '60 e che incarna la tendenza alla giocosità e all'ironia che hanno reso il design italiano vincente nel mondo.
Il design degli anni '70 sembra invece voler uscire dallo spazio ristretto degli interni e fondersi con lo spazio urbano, i mobili tendono a compenetrare la realtà esterna per cavalcare l'onda delle contestazioni di quegli anni. L'artista si è soffermata quindi sugli aspetti sociali del design, sull'influenza che questo ha avuto nella mentalità collettiva, sugli oggetti diventati simbolo di momenti storici, di cambiamenti, di tendenze culturali o anche solo di attimi rimasti impressi nell'immaginario collettivo come Fantozzi che cade dalla poltrona Zanotta.
Ha rimarcato quanto i designer italiani abbiano raggiunto il successo mettendo a frutto le influenze culturali che appartengono a tutti gli italiani e che derivano dalla nostra storia, di cui non siamo pienamente consapevoli, ma che ci regalano un naturale tendenza alla bellezza.
La Bocchietto è poi passata a parlare delle sue esperienze nel campo e di quanto siano state importanti la determinazione e la testardaggine per vedere realizzati i suoi progetti, il più conosciuto dei quali è il “Vas-One”, in cui ha concentrato design, praticità, risparmio, innovazione e quotidianità e che è diventato icona nel mondo del design outdoor.
Nel 2008 realizza due mostre: una sul design femminile con particolare attenzione alla figura di Anna Castelli secondo lei non valorizzata abbastanza, l'altra sul Pop design. Sempre nel 2008 porta da Milano a Torino e poi da Torino a Roma il Premio Compasso d'oro, istituito nel 1954, il più antico e il più autorevole premio di design a livello mondiale.
Nel momento in cui diventa presidente di WDO l'organizzazione, pur facendo tesoro dell'insegnamento del design industriale, si apre a collegamenti con le istituzioni, gli enti, i comuni affinchè le città possano utilizzare il design come leva di cambiamento e per arrivare anche in quelle parti del mondo meno partecipi, come Africa, Sud America, India. Il design diventa design a tutto tondo. Oggi WDO vuole contribuire a uno sviluppo sostenibile, perchè al centro delle azioni del singolo deve esserci il benessere del pianeta e il design diventa uno strumento utile anche in questo senso.
I ragazzi hanno poi potuto confrontarsi con la Bocchietto, che li ha spronati a essere intraprendenti, curiosi e a sfruttare le potenzialità anche di aziende minori che “non sanno ancora di avere bisogno di voi”. E quanto il covid e questo particolare momento storico possono influire sul design? Anche in questo caso sarà necessario investire sulla sostenibilità e capire inoltre che può esistere un legame fra design e sanità, progettando oggetti più funzionali o concretizzando collaborazioni più ambiziose: a Taiwan il ministero ha contattato l'associazione nazionale di design per realizzare un grande progetto nella sanità. Il design italiano continuerà a essere riconosciuto a livello mondiale? Essere italiani è un biglietto da visita importante, ma non bisogna vivere di rendita, bisogna investire sul futuro e creare connessioni con il mondo politico e istituzionale, insomma bisogna imparare a “fare sistema”, a essere collaborativi e coesi nel design come nella vita di tutti i giorni.