Il clima cambia e le conseguenze sull’agricoltura sono evidenti a livello mondiale e a livello locale, come nelle terre del Monviso. Questo l’argomento della videoconferenza tenutasi lo scorso 5 marzo per le scuole superiori del saluzzese. Introdotta dal dirigente dell’IS Denina-Pellico-Rivoira, prof. Girodengo, l’ospite era la dottoressa Maria Lodovica Gullino, saluzzese, ricercatrice e docente universitaria, fitopatologa, direttrice di Agrinnova, un comitato scientifico internazionale che analizza l’evoluzione dei fenomeni connessi al cambiamento del clima e propone progetti e soluzioni.
Il contesto attuale vede una forte urbanizzazione, parallela ad un forte aumento demografico in alcune aree del pianeta. Si stima che nel 2050 servirà il 60% di cibo in più rispetto a oggi. Occorre incrementare la produzione agricola in quantità e qualità, investire su energie rinnovabili, puntare sulla sostenibilità. L’acqua, per esempio, è un bene che si sta riducendo, sono in corso guerre in Africa e in Medio Oriente per il controllo delle zone fertili e umide. Il pianeta Terra non ci basta più. Le sfide per il mondo dell’agricoltura sono molte: migliorare la qualità nutrizionale del cibo, incrementare la produzione nei “Paesi terzi”, limitare il consumo dissennato di risorse, rendere l’attività agricola più redditizia. Il commercio globale è una minaccia alla biosicurezza delle colture, si diffondono parassiti, batteri e virus. Gli eventi catastrofici naturali (uragani, inondazioni, siccità…) sono più frequenti, anche qui in Piemonte; ricordiamo per esempio le recenti alluvioni o la tromba d’aria che nell’agosto scorso ha sradicato interi frutteti a Lagnasco. I gas serra, come il metano prodotto in grande quantità negli allevamenti, hanno causato l’innalzamento delle temperature, con effetti a breve termine anche positivi nel centro e nord Europa, dove certe colture se ne avvantaggiano, ma con effetti negativi a lungo termine. L’Italia rischia di trovarsi tra qualche decennio con lo stesso clima del Marocco di oggi.
Si può fare qualcosa? Sì, a livello di singoli cittadini ridurre consumi e sprechi, scegliere uno stile di vita più sobrio e sostenibile. A livello di comunità fare scelte politiche locali, nazionali, mondiali, in difesa delle risorse, con l’impiego delle nuove tecnologie. A livello di ricerca implementare gli strumenti, i modelli, i progetti. E’ proprio questo l’obiettivo di Agrinnova, che sta attuando, tra l’altro, il monitoraggio delle colture locali e delle fitopatologie in evoluzione, in modo da poter intervenire per difendere la nostra biodiversità.
Il 2020 era stato dichiarato Anno Internazionale per la salute delle piante. La dott.ssa Gullino ha istituito un premio in memoria di suo padre, per incoraggiare i giovani e la comunità saluzzese a riflettere e a produrre idee sulla frutticoltura locale. E’ uno dei tanti aspetti che contribuiscono alla valorizzazione del territorio e alla candidatura di Saluzzo a Capitale della Cultura 2024.
Ufficio stampa Denina-Pellico-Rivoira