Ci mettiamo del tempo ad aspettare che le nostre ferite vengano ricucite e quando tutto poi appare risolto, ecco che la situazione si ribalta e ci interfacciamo con una nuova realtà.
Per la prima volta nella nostra vita, ci ritroviamo ad essere 24 ore al giorno rinchiusi in quattro mura e circondati di oggetti, gli stessi per cui prima combattevamo battaglie con i nostri genitori riguardo i tempi del loro utilizzo.
Eppure nonostante ora abbiamo a disposizione tutto il tempo per adoperarli, rimpiangiamo i tempi in cui la normalità ce la siamo fatta sfuggire dalle mani. Impariamo a riconoscere la dolcezza, il calore della voce di un compagno che a scuola ci raccontava cosa aveva fatto nel weekend, impariamo l'importanza del guardarci negli occhi e il valore del prenderci la mano. Ora che siamo tutti divisi, come da un grande muro, alto e invalicabile, faremmo di tutto pur di vederci, di tornare a passare il tempo insieme o anche solo a scambiare due chicchiere senza cellulare.
Questo virus ci ha fatto scoprire la purezza della vita e la facilità con la quale ci distriamo e perdiamo di vista tutti i dettagli che rappresentano il nostro essere noi, in tutte le sfumature.
Da tutto questo, impareremo a mettere da parte la superficialità e a ragionare con il cuore, in qualsiasi contesto.