Ci sta facendo capire tanto cose

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Io e la mia famiglia cerchiamo di uscire il meno possibile, per evitare molte cose. Ad esempio cerchiamo di arrangiarci in casa, con le cose che abbiamo, senza sprecare niente, cosa che prima forse non facevamo. Ma ovviamente quando c'è ne bisogno, si deve andare per forza al supermercato. Ma il sacrificio più grande che stiamo facendo è quello di non vedere la nostra famiglia, che abita a moltissimi kilometri da noi, e non sappiamo quando la rivedremo, e per questo siamo molto preoccupati.

Il successivo annuncio dell’obbligo di rimanere in casa ci ha colti di sorpresa e ci ha travolti come un’ingiusta sentenza di prigionia. Le giornate passano tra aule virtuali, grandi quantità di compiti e videochiamate con gli amici. I più fortunati di noi hanno una casa abbastanza spaziosa in cui non sentirsi completamente oppressi o dei genitori che non sono disperati perché non hanno più una fonte di reddito. Altri, costretti in spazi angusti e nell’angoscia dell’incertezza economica, vivono la reclusione come la concretizzazione di un incubo.

Ormai pochi di noi, forse i più privilegiati o i più sprovveduti, continuano a vivere nel disinteresse per ciò che accade perché il male altrui, fosse anche quello di chi ci è vicino, non è considerato male finché non ci riguarda direttamente. E l’unica nostra preoccupazione è se e quando riapriranno le scuole, che ne sarà di chi non aveva la sufficienza e quando mai potremo di nuovo uscire di casa. Io posso solo dire, che non vedo l'ora di abbracciare le persone a me care, quando tutto questo sarà finito, perché sono sicura che tutto questo finirà se saremo uniti. 

Francesca