All’apprensione della notizia tutti quanti abbiamo provveduto come meglio potevamo fare, ma elementi essenziali sono rimasti fuori dalla nostra routine.
La nostra generazione, connessa 12 ore al giorno a un mondo virtuale si stava scordando delle persone vere, coloro che ci rimangono accanto sia quando tutto attorno a noi sembra splendere, sia quando cala il buio.
All’arrivo del Covid-19, stavamo già pensando alla programmazione delle vacanze estive, perché si, a noi piace scoprire nuove mete, tradizioni e culture diverse, diciamo che adoriamo la sensazione del vivere un po’ in un “nuovo mondo”.
La situazione attuale in cui tutti noi italiani ci troviamo al momento, ci ha aperto un differente spiraglio di curiosità, ci siamo fermati e stiamo imparando a capire che i veri mondi da scoprire sono le persone.
In questo periodo c’è un grandissimo senso di appartenenza, che ci rende fieri di vivere nel territorio italiano, c’è una catena di altruismo e di bontà.
Il virus con tutti i suoi problemi, ci sta tuttavia facendo riflettere su temi di valore essenziale.
Mentre prima l’eroe era un calciatore che riusciva a segnare contro il Real Madrid, ora il suo ruolo è sostituito da un uomo o da una donna che con un camice, i guanti, la mascherina e le varie protezioni cerca di curare il grande numero di pazienti, infetti dalla malattia.
Mi piacerebbe, questo rispetto e questi principi non si spegnessero quando la normalità tornerà a regnare, che tutti noi prendessimo atto di chi c’era quando l’Italia stava crollando e del vicino che per tirarci su di morale, si metteva a suonare una serenata.
Serena