E' arrivato il primo giorno di scuola. E' un “primo giorno” carico di emozioni diverse e contrastanti, per qualcuno è il primo giorno dell'ultimo anno di superiori, per altri il primo giorno alle superiori, per tutti il primo giorno di un altro anno vissuto in epoca di pandemia. “Lunedì 13 settembre 2021 è stato il primo giorno del nuovo anno scolastico. Tornare a scuola in presenza è stata un’emozione, dopo questo anno e mezzo di pandemia abbiamo imparato ad apprezzare maggiormente le vecchie abitudini nonostante le mascherine e le restrizioni. È importante godersi ogni momento insieme nella speranza di non tornare alla didattica a distanza” (Vanessa e Maddalena, IVC Denina). Nei ragazzi del biennio si percepisce ancora il tradizionale entusiasmo da “primo giorno” alle superiori, a prescindere dal contesto completamente diverso in cui abbiamo vissuto negli ultimi due anni: “Arrivati all'Istituto Denina una fra le cose che ci hanno colpito è stata la vista panoramica del Saluzzese, sempre bello. L'accoglienza da parte dei professori ci ha messo a nostro agio e tra di noi compagni abbiamo già socializzato abbastanza. Speriamo di poter condividere cinque anni insieme” (Nicola, Alberto e Federica, I E Geometri Denina). “Il primo giorno di scuola mi ha suscitato molte emozioni: i compagni sono sempre gli stessi, ma siamo cresciuti, cambiati. Siamo in terza, non mi sembra vero” (Alessio, II C Pellico). Chi arriva da un'altra scuola vive un primo giorno tutto personale: “Negli anni precedenti ho frequentato un’altra scuola. Il primo giorno al Denina Pellico Rivoira è stato molto bello e mi sono stupito per come è organizzata la scuola e per come gli insegnanti sanno gestire le classi.” (Williams, IVC Pellico); “Il primo giorno in questa scuola è stato bello, rispetto all'altra scuola si pratica educazione fisica e non credevo che avremmo subito fatto attività sportiva. Un’altra cosa che mi piace molto è che in italiano si studierà la letteratura.” (Lorenzo, IVC Pellico). Certo non tutti sembrano essere ugualmente entusiasti: “Questi primi giorni non mi sono piaciuti molto. Mi ricordavo fosse più facile alzarsi presto invece è stato traumatico. Trovo che a scuola ci sia un clima ancora un po' teso, probabilmente per la paura di ritornare in zona rossa. Le regole per evitare contagi sono molte ed è impegnativo rispettarle. Tuttavia sono molto contenta di aver rivisto gli amici e di aver fatto nuove conoscenze” (Giada, III A Pellico). I ragazzi del triennio, quelli che hanno vissuto maggiormente la DAD (o DDI), rimarcano spesso la differenza fra la didattica a distanza e quella in presenza:“È stata una boccata d'aria fresca rivedere i compagni di fronte a noi e non attraverso lo schermo. Parlare con loro, ridere insieme e persino risolvere un'espressione di matematica in compagnia mancava da troppo tempo. Non so cosa il futuro ci aspetta, ma mi piace pensare che sarà in discesa e con una via d'uscita da questo tunnel cupo.” (Luca, IIIC Pellico). E' tangibile la paura di non poter svolgere l'anno totalmente in presenza: “Viene misurata la temperatura all'entrata, ci igienizziamo le mani spesso, manteniamo le distanze, ci sentiamo più sicuri dato che la maggior parte degli studenti è vaccinata, ma è grande il timore di ritornare in DAD, dietro uno schermo con conseguenti problemi di connessione e anche di concentrazione, a cui si aggiungono le difficoltà nel praticare le attività laboratoriali, che, speriamo, quest'anno possano essere svolte appieno” (Edoardo, Christian, Tommaso e Andrea, IV A ITIS Rivoira). Aggiungono Matteo e Filippo della stessa classe: “Una nota dolente rimangono i trasporti, su cui non può essere rispettato completamente il distanziamento”. In V, poi, c'è l'emozione del “primo ultimo giorno” sommata alla speranza di rimanere in presenza. Questi i commenti di alcune ragazze della VC Denina. “Il mio ultimo primo giorno di scuola superiore: non riesco ancora a credere di essere potuta tornare a scuola per poterlo vivere. È stata una grande emozione tornare a sedersi dietro a un banco, rivedere i professori ed i compagni di classe. Prima della pandemia tutto ciò era scontato e difficilmente ci rendevamo conto di quanto fosse bello avere un compagno di banco. A distanza ci è mancato tanto avere qualcuno con cui scambiare parole, sorrisi, risate” (Safyra). Aggiunge Serena: “Aver iniziato l'anno stando tutti insieme in aula e non davanti a uno schermo mi ha dato lo spirito giusto per iniziare al meglio questo ultimo anno nonostante la consapevolezza della mole di lavoro da affrontare”. Provano già qualche rimpianto per la conclusione del percorso alle scuole superiori Giulia e Lucrezia: “Ecco arrivato anche questo ultimo primo giorno di scuola. A differenza dell’anno scorso, mascherine, igienizzanti e intervalli scaglionati non sono più la novità, ormai ci siamo abituati. Il dubbio, però, rimane sempre lo stesso dell’anno passato: riusciremo a vivere un anno completo senza DAD oppure ci toccherà di nuovo vederci solo tramite uno schermo? Intanto godiamoci pienamente questi momenti: il prossimo anno, la corsa al banco più lontano dalla cattedra, il suono della campanella e le risate tra compagni saranno un bel ricordo” (Giulia). “Vedere per i corridoi della scuola i primini mi ha fatto un certo effetto. Mi ha ricordato il periodo in cui mi trovavo nella loro stessa situazione, quattro anni fa, circondata da persone più grandi di me, in un ambiente nuovo, in una classe con nuovi professori e compagni”(Lucrezia). Si può dire che la situazione sia riassunta chiaramente e sinteticamente dalle sorelle Giulia e Alessia della classe IVD Pellico: “Il primo giorno di scuola eravamo un po' in ansia e preoccupate, ma contente di ritornare alla normalità in mezzo ai nostri compagni e prof”.