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In un periodo storico nel quale uscire, lavorare, andare a scuola, erano le azioni alla base del giorno ecco che tutto d’un tratto ci siamo ritrovati rinchiusi in queste nostre quattro mura.

Eppure sembra che molti non comprendano la gravità della situazione, anche a distanza di settimane dall’arrivo di questo virus che ormai ha preso e sta prendendo tante vite.  Un numero altissimo di vittime, che continua a crescere a dismisura come il numero dei contagiati.

Questo perché? Perché c’è ancora gente che, dopo l’uscita del decreto ministeriale nel quale ci è stato imposto di rimanere chiusi in casa, continua a uscire e fare come se niente fosse.

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Questa citazione finale mi fa riflettere, di quanto veramente tutti i Paesi siano collegati e di quanto un virus si possa trasmettere così velocemente e inconsciamente. Ora il clima in Italia è pessimo, il Coronavirus sta creando molti problemi sia a livello economico, perché ha bloccato ogni genere di settore; sia a livello sanitario perché c’è un vero e proprio sovraffollamento degli ospedali; e secondo me anche a livello emotivo, la situazione è pesante, quasi stressante i numeri di casi positivi continuano ad aumentare, tutti sono impauriti e pieni di dubbi su quando finirà tutto questo. Per fortuna il sistema sanitario sta cercando di continuare a creare o rendere a norma istituti per più posti letto e per la terapia intensiva. E con le norme restrittive si vedono i primi, ma ancora troppo pochi miglioramenti.

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Il testo tratto dal “Libro Rosso” di Jung ha molti punti riconducibili alla quotidianità che stiamo vivendo in questi giorni difficili.

Quello che accomuna il racconto a noi è il divieto, imposto alle persone, di svolgere la propria  vita come di consueto. In entrambi i casi la causa è un epidemia che costringe le persone a stare a casa per non contagiarsi. Questo testo però vuole darci un insegnamento, che è espresso indirettamente nel racconto del Capitano. Lui, infatti, quando il mozzo si lamenta perché si sente privare della sua libertà,  cerca di far capire come trovare il lato positivo della situazione, trasformandola da tragica ad arricchimento personale.

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Spesso e volentieri camminiamo per raggiungere una destinazione e quasi mai per il gusto di camminare e osservare quello che la natura ci offre.

Appena nati impariamo a dare valore alla carezza della nonna, all'abbraccio del papà e alla voce profonda della mamma che prima di andare a dormire ci racconta la favola della buonanotte.

Succede che poi cresciamo e la stessa importanza la attribuiamo alle cose materiali, a un gioco, piuttosto che a uno sport, a un libro o a un videogioco. Il passaggio della nostra accurata attenzione,  prima per l'affetto e poi per degli oggetti la trasmettiamo da uno all'altro con una velocità così accentuata da nemmeno accorgercene. Credo questo avvenga perchè nella fase dell'adolescenza, la sovrabbondanza di litigi e incomprensioni ci fa cadere e poi rialzare e nella maggior parte delle volte da queste situazioni, dopo il periodo di crollo ne traiamo un insegnamento. Scopriamo che la fiducia è preziosa e non la si può attribuire a chiunque. Ed è cosi che prima la cerchia larga di amici si restringe, lasciando posto solo a quelli veri. A volte perdiamo anche persone con cui da bambini avevamo immaginato di condividere le serate a ballare fino a tarda notte, i pomeriggi a guardare serie tv e a sgranocchiare  pop-corn, questo stato di delusione ci porta a legarci alle cose a tal punto di porre in loro tutta la nostra fiducia.